venerdì 2 settembre 2016

IL RISCHIO SISMICO

I tragici eventi che hanno colpito il centro Italia hanno portato l’attenzione pubblica il concetto di sicurezza strutturale delle abitazioni residenziali e più in generale degli edifici sia privati che pubblici.

Perché avvengono i terremoti?
I terremoti avvengono nella parte più superficiale del nostro pianeta. Le rocce che formano la crosta e il mantello superiore subiscono continuamente giganteschi sforzi, che sono il risultato di lenti movimenti tra le grandi placche in cui è suddiviso lo strato più superficiale della Terra, come se fosse il guscio incrinato di un uovo.




Tali movimenti sono prodotti dai moti convettivi del mantello che spingono e trascinano le placche generando sforzi che sono massimi vicino ai confini tra le placche stesse, come per esempio in Italia e in generale in tutto il Mediterraneo, e minimi al loro interno, come succede nel Canada o nell’Africa centro-occidentale.


L’Italia è situata al margine di convergenza tra due grandi placche, quella africana e quella euroasiatica. Il movimento relativo tra queste due placche causa l’accumulo di energia e deformazione che occasionalmente vengono rilasciati sotto forma di terremoti di varia entità.


Quando si parla di RISCHIO SISMICO si parla forse di eventi che non succederanno mai?
Purtroppo non è così.
Ormai si ha la certezza che eventi sismici di forte intensità e fortemente distruttivi si manifesteranno periodicamente entro pochi anni uno dall’altro.
Basti pensare agli ultimi terremoti del 2012 Emilia Romagna, 2009 Abruzzo (L’Aquila), 2002 Molise (San Giuliano di Puglia) e 1997 Umbria-Marche (Perugia), ecc.
Ovviamente non si può prevedere in maniera precisa e puntuale Dove e Quando si avrà il prossimo evento sismico.


Occorre inoltre fare una distinzione tra “PERICOLOSITÀ SISMICA” del territorio, che in Italia è medio-alta, e la “VULNERABILITÀ SISMICA” che invece è molto alta a causa delle caratteristiche scadenti dal punto di vista strutturale del patrimonio edilizio.
Infatti in Italia la maggior parte degli edifici, sia pubblici che privati ma anche quelli produttivi, sono stati realizzati prima della entrata in vigore della normativa sismica attuale e quindi prima di una corretta zonizzazione sismica (ottobre 2005).


Che cosa di può fare per ridurre o eliminare il RISCHIO SISMICO?
Sicuramente progettare e realizzare edifici che siano rispondenti alle norme attualmente in vigore che sono molto severe a tal riguardo.

Per riguarda invece gli edifici già costruiti esistono 2 strade da percorrere:
1- “ADEGUARE” sismicamente l’edificio. E’ in generale la più consigliata, ma il rovescio della medaglia, ammesso che sia fattibile, è che si dovranno affrontare costi maggiori. Consiste nel portare il livello di sicurezza dell’intero edificio ai livelli previsti per una costruzione nuova (in realtà è sufficiente arrivare a circa l’80%). Voglio solo far presente che non è sempre una scelta lasciata al committente, ma a seconda del tipo di intervento, può anche risultare obbligatorio (come ad es. nel caso di ampliamento connesso all’esistente o di sopraelevazione, ecc.)
2- “MIGLIORARE” sismicamente l’edificio. Come è facile intuire è la strada più economica, ma non porterà in generale ad un edificio sicuro. Infatti attualmente sono permessi tutti gli interventi che non peggiorino la resistenza sismica. Migliorare sismicamente l’edificio quindi significa accettare che ci sono rischi minori rispetto alla situazione originaria ma che comunque quest’ultimi possono essere anche molto elevati. Ricordo che per gli edifici storici tutelati a volte il miglioramento è l’unico intervento permesso.

Chi deve farsi carico dei costi per ridurre o eliminare il RISCHIO SISMICO?
L’ADEGUAMENTO del patrimonio edilizio italiano, in particolare quello dei centri storici, richiederebbe un impegno economico enorme, impossibile da sostenere e non imponibile per legge ai privati, ma altrettanto impossibile anche per le finanze dello stato.
Il MIGLIORAMENTO sismico invece è praticabile in modo economicamente più sostenibile e quindi più diffuso, ma implica come già detto un livello di sicurezza che può essere anche molto inferiore a quello delle nuove costruzioni.

Faccio notare inoltre che, mentre attualmente esistono incentivi fiscali per le ristrutturazioni e i lavori che prevedano un miglioramento ad es. dell’efficienza energetica di un edificio, non ci sono altrettante agevolazioni per lavori di miglioramento o adeguamento sismico.