venerdì 19 dicembre 2014

CONSISTENZA E LAVORABILITA’ DEL CALCESTRUZZO



Dopo l’introduzione del calcestruzzo nei casseri, occorre curarne la stesura in modo da garantire il completo riempimento e realizzare una efficace compattazione con l’obiettivo di garantire un perfetto inglobamento delle barre d’armatura e di espellere tutta l’aria intrappolata nei getti.
Perseguire quest’ultimo obiettivo equivale a garantire per il calcestruzzo in opera una resistenza prossima a quella che il conglomerato evidenzia nelle prove di compressione effettuate sui provini cubici prelevati a bocca di betoniera che, per un determinato conglomerato, rappresenta il valore massimo raggiungibile.
Questo obiettivo si può conseguire tanto più facilmente quanto maggiore è la lavorabilità del calcestruzzo cioè la sua capacità di deformarsi e scorrere nel cassero sotto l’effetto dei mezzi di compattazione disponibili in cantiere.
La prova che viene eseguita, sia in cantiere che in laboratorio, utilizzando il cono di Abrams prende il nome di slump test o prova di abbassamento al cono ed è una valutazione della deformazione che un impasto subisce per effetto del proprio peso, quando viene privato del recipiente che lo sostiene.


I valori di slump da prescrivere a seconda della tipologia di struttura da realizzare sono riassunti nella tabella seguente:

CLASSI DI ESPOSIZIONE E DURABILITA’ DEL CALCESTRUZZO


La durabilità del calcestruzzo è la capacità di durare nel tempo, resistendo alle azioni aggressive dell’ambiente, agli attacchi chimici, all’abrasione o ad ogni altro processo di degrado che coinvolga oltre alla pasta cementizia anche le eventuali armature metalliche.

Le Classi di esposizione per calcestruzzo strutturale, in funzione delle condizioni ambientali secondo norma UNI 11104:2004 e UNI EN 206-1:2006 sono riassunte nelle seguenti tabelle:



La classe di esposizione richiesta solitamente per calcestruzzi per opere di fondazione è la XC2, mentre per le opere in elevazione XC1.

giovedì 18 dicembre 2014

RESILIENZA DELL'ACCIAIO


La resilienza dell'acciaio all'urto si determina sottoponendo un campione di acciaio di forma unificata all'urto di un maglio particolare.
Più precisamente la resilienza è definita come l'energia per unità di volume assorbita da un materiale portato a rottura in maniera fragile.
La resilienza si misura sottoponendo un campione del materiale stesso a prova d'urto tramite un maglio a forma di pendolo (pendolo di Charpy), ed è ottenuta direttamente calcolando la differenza tra l'altezza iniziale da cui esso viene lasciato cadere e l'altezza che raggiunge dopo aver rotto il campione del materiale sottoposto a misura.
Per l'acciaio strutturale S dopo il valore della tensione di snervamento (235, 275 e 355) si aggiungono i seguenti singoli:


Una indicazione tipo potrebbe essere la seguente: S275J0


I valori di resilienza possono variare sensibilmente, infatti a basse temperature la resilienza assume valori decisamente inferiori a quelli ottenuti a temperatura superiore.

E' interessante notare che all'abbassarsi della temperatura di prova si può individuare il campo entro cui il materiale passa da una frattura duttile ad una fragile. In tal modo si può individuare la minima temperatura (temperatura di transizione) alla quale un acciaio può essere utilizzato restando duttile.

La resilienza è un parametro fondamentale per acciai impiegati a basse temperature e caratterizza la finezza del grano ferritico sia agli effetti della efficacia delle saldature che della resistenza a urti e sollecitazioni cicliche.


mercoledì 17 dicembre 2014

CLASSIFICAZIONE DELLE SEZIONI (par. 4.2.3.1 D.M. 14/01/2008)


Le sezioni trasversali degli elementi strutturali si classificano in funzione della loro capacità rotazionale Cθ definita come:
Cθ θrθy - 1
essendo θrθy le curvature corrispondenti rispettivamente al raggiungimento della deformazione ultima ed allo snervamento.
Si distinguono le seguenti classi di sezioni:

classe 1 quando la sezione è in grado di sviluppare una cerniera plastica avente la capacità rotazionale richiesta per l’analisi strutturale condotta con il metodo plastico senza subire riduzioni della resistenza. Possono generalmente classificarsi come tali le sezioni con capacità rotazionale Cθ  3

classe 2 quando la sezione è in grado di sviluppare il proprio momento resistente plastico, ma con capacità rotazionale limitata. Possono generalmente classificarsi come tali le sezioni con capacità rotazionale Cθ  1,5

classe 3 quando nella sezione le tensioni calcolate nelle fibre estreme compresse possono raggiungere la tensione di snervamento, ma l’instabilità locale impedisce lo sviluppo del momento resistente plastico

classe 4 quando, per determinarne la resistenza flettente, tagliante o normale, è necessario tener conto degli effetti dell’instabilità locale in fase elastica nelle parti compresse che compongono la sezione. In tal caso nel calcolo della resistenza la sezione geometrica effettiva può sostituirsi con una sezione efficace.



Le sezioni di classe 1 e 2 si definiscono compatte, quelle di classe 3 moderatamente snelle e quelle di classe 4 snelle.

La classe di una sezione composta corrisponde al valore di classe più alto tra quelli dei suoi elementi componenti.

Tab. 4.2.I
 

Tab. 4.2.II


Tab. 4.2.III



E' utile sottolineare che la classe di un elemento (flangia, anima, ecc.) cambia se esso è assoggettato a compressione pura, a presso-flessione o a flessione semplice.
E' intuitivo pensare che la compressione pura è la condizione più penalizzante, ai fini dell'instabilità locale.
Perciò potremmo trovare un profilo che risulta in classe 1 in flessione semplice, per passare alla classe 2 e poi alla 3 in presso-flessione al crescere dello sforzo normale N, e terminare in classe 4 in compressione pura.

Segue un esempio per la classificazione di un profilo tubolare cavo.
Sezione: Tubo Rettangolare 400x300x8 mm
Acciaio: S275 (fyk=275 N/mm2)



Classificazione delle anime
c / t = 360 / 8 = 45
e = 0,92
Classificazione per flessione
(1) c / t < 72 e = 66,24 → Classe 1
Classificazione per compressione
(1) c / t ≤ 33 e = 30,36
(2) c / t ≤ 38 e = 34,96
(3) c / t ≤ 42 e = 38,64
(4) c / t > 42 e = 38,64 → Classe 4

Classificazione delle ali
c / t = 260 / 8 = 32,5
e = 0,92
Classificazione per flessione
(1) c / t < 72 e = 66,24 → Classe 1
Classificazione per compressione
(1) c / t ≤ 33 e = 30,36
(2) c / t ≤ 38 e = 34,96 → Classe 2

Quindi questo profilo è in classe 1 per sola flessione e in classe 4 se è presente compressione.
Faccio notare che lo stesso profilo ma con spessore 10 mm risulterebbe sempre in classe 1 per sola flessione e in classe 2 se è presente compressione.
Inoltre, in generale, aumentando la qualità dell'acciaio diminuisce il coefficiente e e quindi peggiora la classificazione del profilo.

venerdì 12 dicembre 2014

ELENCO NORMATIVE PER IL CALCOLO STRUTTURALE


Segue un elenco non esaustivo delle principali normative da utilizzare per il calcolo strutturale.

Legge 5 Novembre 1971 n. 1086
Norme per la disciplina delle opere in conglomerato cementizio armato, normale e precompresso ed a struttura metallica.

Circolare del Servizio Tecnico Centrale del 14 febbraio 1974 n.11951

D.P.R. 06 giugno 2001 n. 380
Pubblicato sul S.O. n. 239 alla G.U. del 20 ottobre 2001 n. 245
Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia.

Decreto Legislativo 27 dicembre 2002 n. 301
Pubblicato nella G.U. del 21 gennaio 2003 n. 16
Modifiche ed integrazioni al Decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001 n. 380, recante Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di edilizia.

D.M. Infrastrutture 14 gennaio 2008
Pubblicato sul S.O. n. 30 alla G.U. 4 febbraio 2008 n. 29
Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni 2008.

Circ. Min. Infrastrutture e Trasporti 2 febbraio 2009 n. 617 C.S.LL.PP.
Pubblicata sul S.O. n. 27 alla G.U. 26 febbraio 2009 n. 47
Istruzioni per l’applicazione delle “Norme Tecniche per le Costruzioni” di cui al Decreto Ministeriale del 14 Gennaio 2008.

Deliberazioni della Giunta Regionale Veneto n. 2122 del 02 agosto 2005
Art. 66 L.R. 07 novembre 2003 n. 27 - Art. 20 L. 10 dicembre 1981 n. 741.
Criteri e modalità attuative per l'effettuazione del controllo dei progetti con il metodo a campione nell'ambito delle procedure per la realizzazione degli interventi nelle zone classificate sismiche.

D.M. 31 luglio 2012
Pubblicato sul Supplemento Ordinario n. 21 alla G.U. 27 marzo 2013 n. 73
Approvazione delle appendici nazionali recanti i parametri tecnici per l'applicazione degli Eurocodici.

EUROCODICE 0 - Criteri generali di progettazione strutturale
UNI EN 1990:2006

EUROCODICE 1 - Azioni sulle strutture
UNI EN 1991-1-1:2004 Parte 1-1: Azioni in generale - Pesi per unità di volume, pesi propri e sovraccarichi per gli edifici
UNI EN 1991-1-2:2004 Parte 1-2: Azioni in generale - Azioni sulle strutture esposte al fuoco
UNI EN 1991-1-3:2004 Parte 1-3: Azioni in generale - Carichi da neve
UNI EN 1991-1-4:2010 Parte 1-4: Azioni in generale - Azioni del vento
UNI EN 1991-1-5:2004 Parte 1-5: Azioni in generale - Azioni termiche
UNI EN 1991-1-6:2005 Parte 1-6: Azioni in generale - Azioni durante la costruzione
UNI EN 1991-1-7:2014 Parte 1-7: Azioni in generale - Azioni eccezionali
UNI EN 1991-2:2005 Parte 2: Carichi da traffico sui ponti
UNI EN 1991-3:2006 Parte 3: Azioni indotte da gru e da macchinari
UNI EN 1991-4:2006 Parte 4: Azioni su silos e serbatoi

EUROCODICE 2 - Progettazione delle strutture di calcestruzzo
UNI EN 1992-1-1:2005 Parte 1-1: Regole generali e regole per gli edifici
UNI EN 1992-1-2:2005 Parte 1-2: Regole generali - Progettazione strutturale contro l'incendio
UNI EN 1992-2:2006 Parte 2: Ponti di calcestruzzo - Progettazione e dettagli costruttivi
UNI EN 1992-3:2006 Parte 3: Serbatoi e strutture di contenimento liquidi

EUROCODICE 3 - Progettazione delle strutture in acciaio
UNI EN 1993-1-1:2014 Parte 1-1: Regole generali e regole per gli edifici
UNI EN 1993-1-2:2005 Parte 1-2: Regole generali - Progettazione strutturale contro l'incendio
UNI EN 1993-1-3:2007 Parte 1-3: Regole generali - Regole supplementari per l'impiego dei profilati e delle lamiere sottili piegati a freddo
UNI EN 1993-1-4:2007 Parte 1-4: Regole generali - Regole supplementari per acciai inossidabili
UNI EN 1993-1-5:2007 Parte 1-5: Elementi strutturali a lastra
UNI EN 1993-1-6:2007 Parte 1-6: Resistenza e stabilità delle strutture a guscio
UNI EN 1993-1-7:2007 Parte 1-7: Strutture a lastra ortotropa caricate al di fuori del piano
UNI EN 1993-1-8:2005 Parte 1-8: Progettazione dei collegamenti
UNI EN 1993-1-9:2005 Parte 1-9: Fatica
UNI EN 1993-1-10:2005 Parte 1-10: Resilienza del materiale e proprietà attraverso lo spessore
UNI EN 1993-1-11:2007 Parte 1-11: Progettazione di strutture con elementi tesi
UNI EN 1993-1-12:2007 Parte 1-12: Regole aggiuntive per l'estensione della EN 1993 fino agli acciai di grado S 700
UNI EN 1993-2:2007 Parte 2: Ponti di acciaio
UNI EN 1993-3-1:2007 Parte 3-1: Torri, pali e ciminiere - Torri e pali
UNI EN 1993-3-2:2007 Parte 3-2: Torri, pali e ciminiere - Ciminiere
UNI EN 1993-4-1:2007 Parte 4-1: Silos
UNI EN 1993-4-2:2007 Parte 4-2: Serbatoi
UNI EN 1993-4-3:2007 Parte 4-3: Condotte
UNI EN 1993-5:2007 Parte 5: Pali e palancole
UNI EN 1993-6:2007 Parte 6: Strutture per apparecchi di sollevamento

EUROCODICE 4 - Progettazione delle strutture composte acciaio-calcestruzzo
UNI EN 1994-1-1:2005 Parte 1-1: Regole generali e regole per gli edifici
UNI EN 1994-1-2:2014 Parte 1-2: Regole generali - Progettazione strutturale contro l'incendio
UNI EN 1994-2:2006 Parte 2: Regole generali e regole per i ponti

EUROCODICE 5 - Progettazione delle strutture di legno
UNI EN 1995-1-1:2014 Parte 1-1: Regole generali - Regole comuni e regole per gli edifici
UNI EN 1995-1-2:2005 Parte 1-2: Regole generali - Progettazione strutturale contro l'incendio
UNI EN 1995-2:2005 Parte 2: Ponti

EUROCODICE 6 - Progettazione delle strutture in muratura
UNI EN 1996-1-1:2013 Parte 1-1: Regole generali per strutture di muratura armata e non armata
UNI EN 1996-1-2:2005 Parte 1-2: Regole generali - Progettazione strutturale contro l'incendio
UNI EN 1996-2:2006 Parte 2: Considerazioni progettuali, selezione dei materiali ed esecuzione delle murature
UNI EN 1996-3:2006 Parte 3: Metodi di calcolo semplificato per strutture di muratura non armata

EUROCODICE 7 - Progettazione geotecnica
UNI EN 1997-1:2013 Parte 1: Regole generali
UNI EN 1997-2:2007 Parte 2: Indagini e prove nel sottosuolo

EUROCODICE 8 - Progettazione delle strutture per la resistenza sismica
UNI EN 1998-1:2013 Parte 1: Regole generali, azioni sismiche e regole per gli edifici
UNI EN 1998-2:2011 Parte 2: Ponti
UNI EN 1998-3:2005 Parte 3: Valutazione e adeguamento degli edifici
UNI EN 1998-4:2006 Parte 4: Silos, serbatoi e condotte
UNI EN 1998-5:2005 Parte 5: Fondazioni, strutture di contenimento ed aspetti geotecnici
UNI EN 1998-6:2005 Parte 6: Torri, pali e camini

EUROCODICE 9 - Progettazione delle strutture di alluminio
UNI EN 1999-1-1:2014 Parte 1-1: Regole strutturali generali
UNI EN 1999-1-2:2007 Parte 1-2: Progettazione strutturale contro l'incendio
UNI EN 1999-1-3:2011 Parte 1-3: Strutture sottoposte a fatica
UNI EN 1999-1-4:2011 Parte 1-4: Lamiere sottili piegate a freddo
UNI EN 1999-1-5:2007 Parte 1-5: Strutture a guscio

CNR-UNI 10011/88
Costruzioni in acciaio: Istruzioni per il calcolo, l'esecuzione, il collaudo e la manutenzione.

CNR-UNI 10021/85
Strutture di acciaio per apparecchi di sollevamento. Istruzioni per il calcolo, l'esecuzione, il collaudo e la manutenzione.

CNR-DT 207/2008 del 17 gennaio 2008
Istruzioni per la valutazione delle azioni e degli effetti del vento sulle costruzioni.

CNR-DT 206/2007 del 28 novembre 2007
Istruzioni per la Progettazione, l'Esecuzione ed il Controllo delle Strutture di Legno.

CNR-DT 200/2004 del 7 ottobre 2008 (rev. 7)
Istruzioni per la Progettazione, l'Esecuzione ed il Controllo di Interventi di Consolidamento Statico mediante l'utilizzo di Compositi Fibrorinforzati. Materiali, strutture di c.a. e di c.a.p., strutture murarie.


Linee Guida per la Progettazione, l'Esecuzione ed il Collaudo di Interventi di Rinforzo di strutture di c.a., c.a.p. e murarie mediante FRP


CNR-DT 210/2013 del 5 dicembre 2013
Istruzioni per la Progettazione, l'Esecuzione ed il Controllo di Costruzioni con Elementi Strutturali di Vetro

UNI 11035-1: 2010 - Legno strutturale. Classificazione a vista dei legnami secondo la resistenza meccanica.
Parte 1: Terminologia e misurazione delle caratteristiche.

UNI 11035-2: 2010 - Legno strutturale. Classificazione a vista dei legnami secondo la resistenza meccanica.
Parte 2: Regole per la classificazione a vista dei legnami secondo la resistenza meccanica e valori caratteristici per tipi di legname strutturale.

UNI EN 14080:2013 - Strutture di legno - Legno lamellare incollato e legno massiccio incollato - Requisiti

UNI EN 1090-1:2012 - Esecuzione di strutture di acciaio e di alluminio
Parte 1: Requisiti per la valutazione di conformità dei componenti strutturali.

UNI EN 1090-2:2011 - Esecuzione di strutture di acciaio e di alluminio
Parte 2: Requisiti tecnici per strutture di acciaio.

UNI EN 1090-3:2008 - Esecuzione di strutture di acciaio e di alluminio
Parte 3: Requisiti tecnici per strutture di alluminio.

UNI EN ISO 13920:2000 - Saldatura
Tolleranze generali per le costruzioni saldate - Dimensioni lineari e angolari - Forma e posizione.

UNI EN ISO 5817:2014 - Saldatura
Giunti saldati per fusione di acciaio, nichel, titanio e loro leghe (esclusa la saldatura a fascio di energia) - Livelli di qualità delle imperfezioni

UNI EN 22768-1:1996
Tolleranze generali. Tolleranze per dimensioni lineari ed angolari prive di indicazione di tolleranze specifiche.

UNI EN 22768-2:1996
Tolleranze generali. Tolleranze geometriche per elementi privi di indicazione di tolleranze specifiche.

UNI EN 15048 - Bulloneria strutturale ad alta resistenza non a serraggio controllato
UNI EN 15048-1:2007 Parte 1: Requisiti generali
UNI EN 15048-1:2007 Parte 2: Prova di idoneità all'impiego
UNI EN 14399 - Bulloneria strutturale ad alta resistenza a serraggio controllato
UNI EN 14399-1:2005 Parte 1: Requisiti generali
UNI EN 14399-2:2005 Parte 2: Prova di idoneità all'impiego
UNI EN 14399-3:2005 Parte 3: Sistema HR - Assieme vite e dado esagonali
UNI EN 14399-4:2005 Parte 4: Sistema HV - Assieme vite e dado esagonali
UNI EN 14399-5: 2005 Parte 5: Rondelle piane
UNI EN 14399-6:2005 Parte 6: Rondelle piane smussate
UNI EN 14399-7:2008 Parte 7: Sistema HR - Assieme vite con testa svasata piana e dado
UNI EN 14399-8:2008 Parte 8: Sistema HV - Assieme vite a testa esagonale con gambo calibrato e dado
UNI EN 14399-9:2009 Parte 9: Sistema HR o HV - Rondelle con indicazione di carico per assiemi vite e dado
UNI EN 14399-10:2009 Parte 10: Sistema HRC - Assiemi vite e dado con serraggio calibrato

UNI EN ISO 14122-1:2010
Sicurezza del macchinario - Mezzi di accesso permanenti al macchinario - Parte 1: Scelta di un mezzo di accesso fisso tra due livelli

UNI EN ISO 14122-2:2010
Sicurezza del macchinario - Mezzi di accesso permanenti al macchinario - Parte 2: Piattaforme di lavoro e corridoi di passaggio

UNI EN ISO 14122-3:2010
Sicurezza del macchinario - Mezzi di accesso permanenti al macchinario - Parte 3: Scale, scale a castello e parapetti

UNI EN ISO 14122-4:2010
Sicurezza del macchinario - Mezzi di accesso permanenti al macchinario - Parte 4: Scale fisse

UNI EN ISO 1461:2009
Rivestimenti di zincatura per immersione a caldo su prodotti finiti ferrosi e articoli di acciaio - Specificazioni e metodi di prova
UNI EN ISO 14713-1:2010
Rivestimenti di zinco - Linee guida e raccomandazioni per la protezione contro la corrosione di strutture di acciaio e di materiali ferrosi - Parte 1: Principi generali di progettazione e di resistenza alla corrosione

UNI EN ISO 14713-2:2010
Rivestimenti di zinco - Linee guida e raccomandazioni per la protezione contro la corrosione di strutture di acciaio e di materiali ferrosi - Parte 2: Rivestimenti di zincatura per immersione a caldo

UNI EN ISO 14713-3:2010
Rivestimenti di zinco - Linee guida e raccomandazioni per la protezione contro la corrosione di strutture di acciaio e di materiali ferrosi - Parte 3: Sherardizzazione

UNI EN ISO 12944-1:2001
Pitture e vernici - Protezione dalla corrosione di strutture di acciaio mediante verniciatura - Introduzione generale

UNI EN ISO 12944-2:2001
Pitture e vernici - Protezione dalla corrosione di strutture di acciaio mediante verniciatura - Classificazione degli ambienti

UNI EN ISO 12944-3:2001
Pitture e vernici - Protezione dalla corrosione di strutture di acciaio mediante verniciatura - Considerazioni sulla progettazione

UNI EN ISO 12944-4:2001
Pitture e vernici - Protezione dalla corrosione di strutture di acciaio mediante verniciatura - Tipi di superficie e loro preparazione

UNI EN ISO 12944-5:2008
Pitture e vernici - Protezione dalla corrosione di strutture di acciaio mediante verniciatura - Parte 5: Sistemi di verniciatura protettiva

UNI EN ISO 12944-6:2001
Pitture e vernici - Protezione dalla corrosione di strutture di acciaio mediante verniciatura - Prove di laboratorio per le prestazioni

UNI EN ISO 12944-7:2001
Pitture e vernici - Protezione dalla corrosione di strutture di acciaio mediante verniciatura - Esecuzione e sorveglianza dei lavori di verniciatura

UNI EN ISO 12944-8:2002
Pitture e vernici - Protezione dalla corrosione di strutture di acciaio mediante verniciatura - Stesura di specifiche per lavori nuovi e di manutenzione

CLASSE DI ESECUZIONE DELLE STRUTTURE IN ACCIAIO


Il 1 luglio 2014 è entrata in vigore la normativa UNI EN 1090.

Il progettista delle strutture in acciaio deve pertanto dichiarare la classe di esecuzione.


Per farlo è necessario definire prima la Classe di Conseguenza, la Categoria di Servizio e la Categoria di Produzione.


Secondo l'Eurocodice 0 (UNI EN 1990:2006 Appendice B), si definiscono le seguenti Classe di Conseguenze:

Classe di Conseguenze Descrizione Esempi di edifici e di opere di ingegneria civile
CC3 Elevate conseguenze per perdita di vite umane, o conseguenze molto gravi in termini economici, sociali o ambientali Gradinate in impianti sportivi, edifici pubblici nei quali le conseguenze del collasso sono alte (per esempio una sala da concerti)
CC2 Conseguenze medie per perdita di vite umane, conseguenze considerevoli in termini economici, sociali o ambientali Edifici residenziali e per uffici, edifici pubblici nei quali le conseguenze del collasso sono medie (per esempio un edificio per uffici)
CC1 Conseguenze basse per perdita di vite umane, e conseguenze modeste o trascurabili in termini e economici, sociali o ambientali Costruzioni agricole, nei quali generalmente nessuno entra (per esempio magazzini, serre)

Secondo la UNI EN 1090-2:2011 - Esecuzione di strutture di acciaio e di alluminio (Parte 2: Requisiti tecnici per strutture di acciaio) Appendice B si definiscono le seguenti

Categorie di Servizio:

Categorie Criteri
SC1 Strutture e componenti progettate solo per azioni quasi statiche (Esempio: Edifici)
Strutture e componenti con connessioni progettate per azioni sismiche nelle regioni con bassa attività sismica e in DCL*
Strutture e componenti progettati per le azioni a fatica degli apparecchi di sollevamento (classe S0)**
SC2 Strutture e componenti progettate per le azioni a fatica secondo EN 1993. [Esempi: ponti stradali e ferroviari, gru (classe da S1 a S9)**, strutture suscettibili alle vibrazioni indotte dal vento, dalla folla o dalla rotazione di macchine]
Strutture e componenti con connessioni progettate per azioni sismiche nelle regioni con media o alta attività sismica e in DCM* e DCH*

Categorie di Produzione:

Categorie Criteri
PC1 Componenti non saldati realizzati da prodotti di qualsiasi classe di acciaio
Componenti saldati realizzati da prodotti di acciaio di classe minore a S355
PC2 Componenti saldati realizzati da prodotti di acciaio di classe S355 e maggiore
Componenti essenziali per l'integrità strutturale che vengono assemblati mediante saldatura in cantiere
Componenti prodotti mediante formatura a caldo o che ricevono un trattamento termico durante la fabbricazione
Componenti di tralicci CHS che richiedono taglio finale del prodotto

A questo punto si è in grado di determinare la Classe di Esecuzione della struttura in acciaio in progetto utilizzando la seguente tabella:

Classi di conseguenza
CC1
CC2
CC3
Categorie di servizio
SC1
SC2
SC1
SC2
SC1
SC2
Categorie di produzione
PC1
EXC1
EXC2
EXC2
EXC3
EXC3 (*)
EXC3 (*)
PC2
EXC2
EXC2
EXC2
EXC3
EXC3 (*)
EXC4
(*) EXC4 per strutture speciali o strutture con conseguenze particolarmente gravi a seguito di un cedimento strutturale, secondo quanto richiesto da prescrizioni nazionali



giovedì 11 dicembre 2014

SERRAGGIO DEI BULLONI NON PRECARICATI (SB: Structural Bolting)


I bulloni non precaricati SB devono essere conformi alla norma UNI EN 15048 (devono essere marcati CE) e secondo la norma UNI EN 1090-2 (par. 8.3) devono essere assemblati fino ad ottenere almeno "una condizione aderente a tenuta".
Tale condizione si ottiene serrando i bulloni mediate uno sforzo di un uomo con una chiave per bulloni di dimensioni normali senza braccio di estensione oppure con una chiave a percussione fino al momento in cui comincia a martellare.

La coppia di serraggio deve essere applicata al dado.

Il processo di serraggio deve iniziare dalla zona più rigida del collegamento, eventualmente con cicli di serraggi successivi.

Il dado deve essere inserito nella vite in modo che la marcatura sia rivolta verso l'esterno e quindi in modo tale da risultare visibile ad un successivo controllo.

La lunghezza della vite deve essere tale per cui sporga almeno un filetto completo esternamente al dado.

Nei collegamenti a coprigiunto semplice con una sola fila di bulloni è obbligatorio inserire anche una rondella sotto il dado e sotto la testa.
Le rondelle semplici si possono utilizzare solo sotto il dado. Quelle sotto la testa della vite devono essere smussate con lo smusso rivolto verso la testa.