I
tragici eventi che hanno colpito il centro Italia hanno portato
l’attenzione pubblica il concetto di sicurezza strutturale delle
abitazioni residenziali e più in generale degli edifici sia privati
che pubblici.
Perché
avvengono i terremoti?
I
terremoti avvengono nella parte più superficiale del nostro pianeta.
Le
rocce che formano la crosta e il mantello superiore subiscono
continuamente giganteschi sforzi, che sono il risultato di lenti
movimenti tra le grandi placche in cui è suddiviso lo strato più
superficiale della Terra, come se fosse il guscio incrinato di un
uovo.
Tali
movimenti sono prodotti dai moti convettivi del mantello che spingono
e trascinano le placche generando sforzi che sono massimi vicino
ai confini tra le placche stesse, come per esempio in Italia e in
generale in tutto il Mediterraneo, e minimi al loro interno, come
succede nel Canada o nell’Africa centro-occidentale.
L’Italia
è situata al margine di convergenza tra due grandi placche, quella
africana e quella euroasiatica. Il
movimento relativo tra queste due placche causa l’accumulo di
energia e deformazione che occasionalmente vengono rilasciati sotto
forma di terremoti di varia entità.
Quando
si parla di RISCHIO SISMICO si parla forse di eventi che non
succederanno mai?
Purtroppo
non è così.
Ormai
si ha la certezza che eventi sismici di forte intensità e fortemente
distruttivi si manifesteranno periodicamente entro pochi anni uno
dall’altro.
Basti
pensare agli ultimi
terremoti del 2012 Emilia
Romagna, 2009 Abruzzo (L’Aquila), 2002 Molise (San Giuliano di
Puglia) e 1997 Umbria-Marche (Perugia), ecc.
Ovviamente
non si può prevedere in maniera precisa e puntuale Dove e Quando si
avrà il prossimo evento sismico.
Occorre
inoltre fare una distinzione tra “PERICOLOSITÀ
SISMICA”
del territorio, che in Italia è medio-alta,
e la “VULNERABILITÀ
SISMICA”
che invece è molto
alta
a causa delle caratteristiche scadenti dal punto di vista strutturale
del patrimonio edilizio.
Infatti
in Italia la maggior parte degli edifici, sia pubblici che privati ma
anche quelli produttivi, sono stati realizzati prima della entrata in
vigore della normativa sismica attuale
e quindi prima di una corretta zonizzazione sismica (ottobre
2005).
Che
cosa di può fare per ridurre o eliminare il RISCHIO SISMICO?
Sicuramente
progettare e realizzare edifici che siano rispondenti alle norme
attualmente in vigore che sono molto severe a tal riguardo.
Per
riguarda invece gli edifici già costruiti esistono 2 strade da
percorrere:
1-
“ADEGUARE”
sismicamente l’edificio. E’ in generale la più consigliata, ma
il rovescio della medaglia, ammesso che sia fattibile, è che si
dovranno affrontare costi maggiori. Consiste nel portare il livello
di sicurezza dell’intero edificio ai livelli previsti per una
costruzione nuova (in
realtà è sufficiente arrivare a circa l’80%).
Voglio solo far presente che non è sempre una scelta lasciata al
committente, ma a seconda del tipo di intervento, può anche
risultare obbligatorio (come
ad es. nel caso di ampliamento connesso all’esistente o di
sopraelevazione, ecc.)
2-
“MIGLIORARE”
sismicamente l’edificio. Come è facile intuire è la strada più
economica, ma non porterà in generale ad un edificio sicuro. Infatti
attualmente sono permessi tutti gli interventi che non peggiorino la
resistenza sismica. Migliorare sismicamente l’edificio quindi
significa accettare che ci sono rischi minori rispetto alla
situazione originaria ma che comunque quest’ultimi possono essere
anche molto elevati. Ricordo che per gli edifici storici tutelati a
volte il miglioramento è l’unico intervento permesso.
Chi
deve farsi carico dei costi per ridurre o eliminare il RISCHIO
SISMICO?
L’ADEGUAMENTO
del
patrimonio edilizio italiano,
in particolare quello dei centri storici, richiederebbe un impegno
economico enorme,
impossibile
da sostenere
e non
imponibile
per
legge ai
privati, ma altrettanto
impossibile anche
per le finanze dello stato.
Il
MIGLIORAMENTO
sismico
invece
è
praticabile in modo economicamente più sostenibile e quindi più
diffuso, ma
implica come già detto un
livello di sicurezza che
può essere anche molto inferiore
a quello delle nuove costruzioni.
Faccio
notare inoltre che, mentre attualmente esistono incentivi fiscali per
le ristrutturazioni e i lavori che prevedano un miglioramento ad es.
dell’efficienza energetica di un edificio, non ci sono altrettante
agevolazioni per lavori di miglioramento o adeguamento sismico.
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