giovedì 18 dicembre 2014

RESILIENZA DELL'ACCIAIO


La resilienza dell'acciaio all'urto si determina sottoponendo un campione di acciaio di forma unificata all'urto di un maglio particolare.
Più precisamente la resilienza è definita come l'energia per unità di volume assorbita da un materiale portato a rottura in maniera fragile.
La resilienza si misura sottoponendo un campione del materiale stesso a prova d'urto tramite un maglio a forma di pendolo (pendolo di Charpy), ed è ottenuta direttamente calcolando la differenza tra l'altezza iniziale da cui esso viene lasciato cadere e l'altezza che raggiunge dopo aver rotto il campione del materiale sottoposto a misura.
Per l'acciaio strutturale S dopo il valore della tensione di snervamento (235, 275 e 355) si aggiungono i seguenti singoli:


Una indicazione tipo potrebbe essere la seguente: S275J0


I valori di resilienza possono variare sensibilmente, infatti a basse temperature la resilienza assume valori decisamente inferiori a quelli ottenuti a temperatura superiore.

E' interessante notare che all'abbassarsi della temperatura di prova si può individuare il campo entro cui il materiale passa da una frattura duttile ad una fragile. In tal modo si può individuare la minima temperatura (temperatura di transizione) alla quale un acciaio può essere utilizzato restando duttile.

La resilienza è un parametro fondamentale per acciai impiegati a basse temperature e caratterizza la finezza del grano ferritico sia agli effetti della efficacia delle saldature che della resistenza a urti e sollecitazioni cicliche.


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